Il primo incontro Martedì 29 Novembre 2022 a Lione (Francia)
Martedì 29 novembre 2022 si è svolto a St-Jean-de-Bournay in Francia il meeting dell’Unione Europea degli
allevatori per fare il punto della situazione sul problema lupo in Europa.
Il meeting è stato preceduto nella serata di lunedì dall’incontro dei diversi relatori giunti da vari paesi
europei. Personalmente erano presenti rappresentanti di: Francia, Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Austria,
Norvegia, Belgio, Slovenia, Repubblica Ceca, Italia. Martedì si sono aggiunti in videoconferenza il
rappresentante della Spagna ed alcuni europarlamentari francesi. Presenti invece il Sindaco, il Prefetto ed il
Presidente della Regione. Numerosi i giornalisti e le televisioni locali e regionali.
Tutti i relatori hanno denunciato la gravità della situazione anche nei Paesi in cui si usano mezzi di
prevenzione perché obbligatori o in quelli dove è possibile l’abbattimento di alcuni esemplari perché
burocraticamente quasi impossibile.
Il meeting si è concluso con la sottoscrizione di una mozione per chiedere il declassamento della tutela del
lupo. Questa mozione è stata inviata alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ed al
vice-presidente Timmermans.
Di seguito alcuni appunti degli interventi. Per saperne di più potete guardare i video completi su
https://www.youtube.com/@brunolecomte1164/streams
FRANCIA: Hanno il 12% di lupi ibridi
Dalle analisi genetiche risultano lupi appenninici ma anche lupi che provengono dai Balcani
Il Piano Lupo ha fissato un tetto di 500 lupi per favorire la convivenza ma sono già a 900 lupi.
Numero cani da guardiania 5000.
La zona di produzione del Roquefort con forte presenza di capre è riconosciuto e classificato dal Prefetto
zona non proteggibile quindi gli allevatori non hanno l’obbligo di avere metodi di prevenzione per avere
diritto agli indennizzi.
TIRO SINGOLO: possono sparare un solo colpo quando si avvicina il lupo anche per la prima volta; nel 2022
rilasciate n. 2409 autorizzazioni
TIRO RINFORZATO: dopo il tiro singolo ed altri 3 attacchi, possono richiedere autorizzazione per tiro
rinforzato. Possono sparare in numero indefinito. Nel 2022 n. 320 tiri rinforzati autorizzati.
TIRO DI PRELEVAMENTO: nel 2022 n. 2
Con autorizzazione del Prefetto possono sparare gli allevatori, i cacciatori, la brigata mobile d’intervento, la
Louveterie (equipaggio per la caccia al lupo e altri animali nocivi come cinghiali, volpi, ecc; conosce bene il
fenomeno ed è alla testa di un gruppo di informatori che lo aggiornano sul passaggio dei branchi; è dotato
di muta di cani segugi).
Confermano che, dove avvengono gli abbattimenti si abbassano il numero delle predazioni.
GERMANIA:
I lupi si trovano in Bassa Sassonia (nord Germania) su 26 territori. Nel 2021 ci sono 22 branchi, 4 coppie e 2
lupi stabili. E’ l’unica regione dove sono previsti abbattimenti per i lupi problematici che hanno portato ad
un abbassamento delle predazioni.
Le predazioni nel 2019-2020 sono state di 1078 animali uccisi escluso feriti e dispersi. Nel 2020-21 hanno
ottenuto di abbattere 6 lupi. Nel 2022 non è stato abbattuto nessun lupo.
Le predazioni del 2021 sono state: 18 cavalli, 6 alpaca, 6 cani e 10 polli.
La protezione passiva in Germania è fallita. Diminuisce l’alpeggio ed aumenta l’allevamento in stalla.
Ciascun lupo costa 6.600 euro l’anno che sale a 13.200 se includiamo gli indennizzi.
Bassa Sassonia: nel 2019 n. 26 branchi – nel 2022 n. 34 branchi = aumento del 30%
AUSTRIA: Sono tutti contro i lupi ad eccezione degli animalisti.
In tre anni la popolazione dei lupi è aumentata di 4 volte. Nel 2022 più di 600 attacchi.
BELGIO: Sono convinti che il lupo sia stato introdotto.
Il 90% sono hobbisti che allevano cavalli di alto livello, alpaca, lama, asini, pecore e capre.
Il restante 10% sono allevatori con massimo 400 pecore.
Nel loro Piano Lupo le misure di prevenzione non sono obbligatorie e gli ibridi vengono abbattuti.
PAESI BASSI: Popolazione: 17.749.626 (27 ottobre 2022) Superficie: 41.543 km2 Densità di popolazione:
424 Abitanti/ km2) d'acqua piena e 81,59% da terra (33.893 km2) La densità abitativa esclusa la superficie
d'acqua è di 519 Abitanti/km2
Pecore allevate professionalmente 897.228; distribuite su 8193 aziende; una media di 180 pecore per
azienda. Più 18.000 allevatori di pecore per hobby con una media di 11 pecore ciascuno. La maggior parte
delle pecore proviene dalla Frisia, Olanda Settentrionale e Meridionale e dal Gelderland.
altri animali al pascolo – vacche da latte: circa 80%delle aziende agricole trascorrono parte dell’anno al
pascolo (min. 120 gg all’anno); allevamento bovini da carne: su piccola scala, di solito pascolo giorno e
notte in estate; l’allevamento di cavalli: si stima che nei Paesi Bassi siano allevati 450.000 equidi tra cavalli
e pony; fattrici con puledri, giovani cavalli e pony sono generalmente tenuti completamente all’aperto
durante o per buona parte dell’anno.
I lupi sono presenti dal 2015. Il primo lupo si è stabilito nel North Veluwe nel 2018. All’inizio del 2019 si è
formata la prima coppia di lupi e quella primavera sono nati i cuccioli. Nel 2022 sono nati almeno 14 lupi in
4 branchi. Numero di lupi adulti 20. Hanno introdotto tutti i grandi carnivori: lince, sciacallo dorato, lupo
nell’unico parco nazionale dove ci sono boschi ma è piccolo.
Nonostante gli animali siano ben protetti le predazioni avvengono sia su bovini che equini e pecore
SVIZZERA: L’espansione annuale del lupo in Europa è del 30%.
Il 26.04.22 hanno portato le carcasse davanti alla sede del governo cantonale; ha fatto molta impressione
sull’opinione pubblica e sulla stampa, parlandone molto anche sui canali televisivi.
Nel 2015 n. 302 predazioni
Nel 2020 n. 833 predazioni
Nel 2022 circa 1200
Nello Jura nel 2021 sono stati autorizzati n. 3 abbattimenti di lupi.
NORVEGIA: Hanno allevamenti di renne.
La popolazione tipica di lupi norvegesi si trova nella parte meridionale mentre nelle altre zone si sono
insediate popolazioni di lupi proveniente dalla Russia.
FOTO 1: Principali punti politici della FNR
• Nessuna zona carnivora • Gestione locale • Rimozione efficiente dei carnivori che infliggono danni e altri
"animali problematici" • Nessuna popolazione di lupi in riproduzione in Norvegia
FOTO 2: Risorse agricole norvegesi
• Montagne! • Clima polare! • 1% della superficie norvegese adatta alla produzione di cereali! • 2%
dell'area norvegese adatta alla coltivazione dell'erba! • I pascoli marginali sono sempre stati importanti. • Il
45% della superficie totale di Notwegian deve essere pascolato.
FOTO 3: Attività all'aperto 365 giorni all'anno
• L'allevamento di renne Sami è molto diffuso! • Molto vulnerabile in primavera quando nascono i vitelli. •
Non vi è alcun obiettivo politico per mantenere la riproduzione dei lupi nelle regioni settentrionali della
Norvegia. Svezia e Finlandia.
FOTO 6: Il duplice obiettivo" equilibrare pascoli e carnivori in Norvegia”
conservazione delle specie di maggior impatto sulla pastorizia: lupo, orso, ghiottone, lince, aquila reale.
obiettivi sociali: pastorizia, cultura indigena, politiche rurali: sovranità alimentare, struttura demografica
decentralizzata, struttura agricola decentralizzata, protezione della cultura indigena sami.
FOTO 8: – non esistono misure protettive veramente efficaci contro la predazione di grandi carnivori o
aquile per l'allevamento di renne sami. (a parte le misure di controllo letali, cioè sparare al carnivoro)
– efficaci misure di protezione del pascolo delle pecore comportano quasi sempre l'allontanamento delle
pecore dai pascoli di montagna o nei boschi.
FOTO 9: E i cani da guardia? Non è una misura protettiva efficiente. Le pecore in Norvegia pascolano in
modo estensivo perché le risorse pastorali sono sparse e i territori di pascolo sono sparsi in tutto il
paesaggio.
FOTO 10. Pascolo e "convivenza"
La politica norvegese sul pascolo e sui grandi carnivori ha abbandonato l'idea di "coesistenza" tra pecore
libere e lupi. "Coesistenza' tra bestiame libero e lupi è molto difficile.
FOTO 11: Norvegia e Convenzione di Berna: Lupo elencato nell'allegato II Articolo 2: Le parti contraenti
adottano le misure necessarie per mantenere o adattare la popolazione della flora e della fauna selvatiche
a un livello che corrisponda in particolare alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, tenendo conto
delle esigenze economiche e le esigenze ricreative e le esigenze delle sottospecie…. o forme a rischio
localmente.
FOTO 12: I lupi in Norvegia vengono abbattuti ogni anno dal 2005. I lupi si riproducono in modo molto
efficiente • La Norvegia ha l'obiettivo politico di mantenere 4-6 cucciolate annuali di lupi – 3 cucciolate in
territori che sono completamente norvegesi. Le cucciolate nei territori condivisi con la Svezia contano come
metà della riproduzione. Quando questo obiettivo viene raggiunto, vengono rilasciate le licenze di caccia.
FOTO 13. Interpretazione norvegese della convenzione di Berna Articolo 9. Ciascuna parte contraente può
derogare alle disposizioni degli articoli 4, 5, 6, 7 e al divieto dell'uso dei mezzi di cui all'articolo 8, a
condizione che non vi sia altra soluzione soddisfacente e che l'eccezione non pregiudicherà la
sopravvivenza della popolazione interessata nell'interesse della sanità pubblica e della sicurezza, della
sicurezza aerea o di altri interessi pubblici preminenti.
FOTO 14: La "zona del lupo" è sostenibile?
• La politica norvegese sui lupi non ha un vero obiettivo di conservazione dei lupi. Questo perché il
paesaggio ospita altre attività molto importanti. • Una piccola minoranza rurale deve sopportare il peso di
una presenza simbolica di lupi. • La "zona del lupo" come confisca statale senza indennizzo economico del
diritto al pascolo libero.
SLOVENIA:
FOTO 2 :Le caratteristiche statistiche delle aziende agricole slovene:
– L'85% dei terreni agricoli in Slovenia si trova in zone con condizioni sfavorevoli per l'agricoltura
– La dimensione media delle aziende agricole è di 7,4 ha
– L'età media dei titolari dell'azienda agricola è di 59 anni
– La principale coltura agricola è il pascolo permanente – allevamento estensivo di bestiame
– In media, in azienda vengono allevati 8,6 capi di bestiame grosso
La maggior parte delle aziende agricole non è economicamente redditizia solo con l'agricoltura
– occupazione al di fuori dell'azienda agricola
– combinazioni con attività complementari
-silvicoltura, servizi pubblici, artigianato, agriturismo
L'agricoltura è una tradizione, l'attaccamento alla terra, la cura di sé per le famiglie allargate e
l'approvvigionamento alimentare locale.
Stare in zone collinari e montuose senza agricoltura perde significato.
FOTO 4: abbandonare l'agricoltura a causa del lupo.
-la popolazione di lupo in Slovenia dal 2008 al 2013 è più che raddoppiata (da 40 esemplari a più di 140)
– 16500 animali uccisi che rappresentano l'equivalente dell'intero stock di 850 allevamenti
– il numero di allevamenti di bestiame è diminuito del 21%
– il numero di pecore è diminuito del 29%
– nella zona centrale della presenza del lupo (Kocevska), il patrimonio ovino è sceso da 4.000 a 300
– è stata osservata una caratteristica tendenza all'aumento degli attacchi ai grandi animali da pascolo
(bovini, cavalli, asini).
Il risarcimento dei danni è stato eccezionale nel 2010, quindi una riduzione del 50% nel 2018! Come mai?
La diminuzione del danno pagato è principalmente dovuta alla morte degli allevamenti e del bestiame e
non come conseguenza dell'introduzione di tutele (progetto slowolf)
Invecchiamento dei titolari di aziende agricole e giovani successori demotivati.
SPAGNA: A nord del fiume Duero la caccia al lupo è autorizzata mentre a sud del fiume è vietata.
Le recinzioni a difesa del pascolo sono alte 170 con sbalzo di 30 cm e sono interrate con base in cemento
per 30 cm.
05 gennaio 2023
Buongiorno a tutti,
Bruno Lecomte e Olivier Puel sono andati a incontrare gli allevatori in Spagna e hanno incontrato Marta
Gracia Martinez (che non è potuta venire a St Jean de Bournay). Vi mando qui il testo scritto da Olivier che
riassume la loro visita nella regione di Belmonte dove in 5 anni, 860 cavalli e 450 bovini sono stati uccisi dai
lupi.
Si sono appena conclusi tre giorni di incredibile intensità, in una regione dove gli attacchi dei predatori sono
di un'intensità impensabile: 35.000 danni ufficialmente riconosciuti in 5 anni, migliaia in più occultati.
Una regione dove l'allevamento del bestiame è in declino e sta scomparendo sotto la pressione dei
predatori, dove la vegetazione prende il sopravvento sulla manutenzione effettuata dalla mano dell'uomo,
dove molti villaggi non sono altro che fantasmi del passato.
Il lunedì e il mercoledì trascorsi nella Valle di Proaza e il martedì nella Valle di Belmonte de Miranda, vicino
a Oviedo, sono stati così ricchi di incontri e di commoventi testimonianze, in un paese dove l'abbandono
delle popolazioni rurali è più che mai una realtà e dove s’incontra un disperazione ed una rassegnazione
che non possono lasciare indifferenti, tanto la semplicità, la generosità e la gentilezza di tutti coloro che
abbiamo incontrato scaldano il cuore.
Strana sensazione, quando scopriamo che anche dove alcuni vedono gli orsi entrare nelle stalle e nelle case
dalle porte, dalle finestre o dai tetti, scoprono il loro cane mutilato in mezzo al villaggio, i loro animali
divorati, i pollai distrutti, i loro orti e frutteti devastati, il frutto del loro lavoro spietatamente annientato
ogni giorno dagli incessanti attacchi di orsi e lupi, altri cercano di approfittare della presenza dei predatori e
di proteggerli instancabilmente.
Una sensazione amara quando scopriamo che nella Valle di Belmonte, una "casa dei lupi" e un cerrado de
los lobos (recinto dove sono rinchiusi 3 lupi che i turisti possono ammirare) promuovono il predatore e
traggono profitto da un'economia turistica sotto gli occhi della popolazione locale morente.
Una sensazione amara quando scopriamo che nella Valle di Proaza, "una casa dell'orso" e un cercado de los
osos (recinto dove sono rinchiusi 2 orsi per la gioia dei turisti) promuovono il predatore, sperando di trarre
profitto da un'economia turistica sotto il stessi occhi di chi sta morendo.
Una sensazione nauseabonda quando scopri che nella valle si sono costituite associazioni ecologiste e
spiegano che agiscono per il bene degli abitanti evitando i conflitti, grazie in particolare agli alberi che loro
piantano, per ragioni molto fallaci ma pecuniarie.
Sensazione nauseabonda quando si scoprono approfittatori insediati nella valle (alcuni sono francesi) che
organizzano il turismo degli orsi e partecipano alla grande propaganda pro-predatori.
Le Asturie sono una regione d'oro (vi è in funzione una miniera d'oro), ma una regione irrimediabilmente
destinata a rovinare "los hijos de putas de ecologistas" come li chiamano invariabilmente tutti quelli che
abbiamo incontrato, allevatori, abitanti, sindaci e deputati, e che sapere quanto sia rilevante la lotta impari,
di fronte al potere finanziario e politico di questa calamità che agisce non solo in Spagna, ma anche in tutti i
paesi d'Europa…
Silvana Fasoli intenta nel firmare il documento per il declassamento del lupo
Unione europea degli allevatori
per il declassamento dei lupi
Signore, Signori,
Il giudizio è senza appello, da 30 anni la politica di gestione dei lupi in relazione alle attività agricole è un
fallimento!
Di conseguenza, “l’unione europea degli allevatori” chiede, alla Commissione Europea ed al Comitato
permanente della Convenzione di Berna, di declassare il lupo nell’Allegato IV della Direttiva Habitat e
nell’Allegato II della Convenzione di Berna. Denunciamo una situazione catastrofica, divenuta incontrollabile
ed inaccettabile.
Nessun Paese è risparmiato, la collera e la disperazione si diffondono tra le montagne come tra le pianure,
tutti impotenti di fronte a quest’aberrazione che consiste nella protezione massiccia dei grandi predatori
mentre l’Uomo resta disarmato!
Questa coabitazione impossibile dimostrata dai fatti storici, umani e agricoli, avrebbe dovuto generare una
riflessione su qualsiasi decisione di protezione massiccia volta a favorire la moltiplicazione dei grandi
predatori, soprattutto negli spazi antropizzati.
La volontà di inselvatichire i nostri territori è evidente, così come la mancanza di ascolto. È raro che si constati
un tale accecamento nei confronti di quella parte della società il cui compito essenziale è quello di nutrire la
popolazione.
Imporre i lupi nel nome della biodiversità significa omettere che la pastorizia permette una biodiversità ancor
più ricca nelle praterie e sui pascoli alpini. La prova è che la politica del “Green Deal” dell’Unione Europea
nella Politica Agricola Comune mira a preservare tali aree pascolate per obiettivi ambientali, cosa
diametralmente opposta alla super-protezione dei grandi predatori.
Imporre i lupi significa inoltre rifiutarsi di riconoscere che la biodiversità prospera anche in quei territori dove
questi sono assenti. La Commissione stessa è dell’avviso che la conservazione degli spazi pastorali sia
prioritaria e la lista rossa degli habitat ne è la prova.
Pretendere che i lupi regolino le popolazioni di ungulati è ingenuo, perché sono attirati nelle zone di
allevamento dove predare animali domestici anziché prede selvatiche risulta loro più facile. La regolazione
degli ungulati selvatici stessi, quando avviene in contesti privi di animali da allevamento, ha come
conseguenza la quasi sparizione di alcune specie (mufloni, caprioli, camosci, …) con una perdita crudele di
biodiversità. Questo quando esistono già dei mezzi per la regolazione degli ungulati senza conseguenze per
l’allevamento.
Affermare, come scritto nel rapporto di valutazione della LCIEi
, che l’ibridazione è uno dei rischi principali e
contemporaneamente sviluppare una politica di coabitazione attraverso la moltiplicazione dei cani di
protezione, sono due pratiche antagoniste in quanto gli accoppiamenti tra cani e lupi sono inevitabili.
Il Commissario europeo per l’ambiente rifiuta di diminuire la protezione dei lupiii, affermando che gli Stati
dispongono già di un margine di manovra sufficiente per garantire, contemporaneamente, la conservazione
dei grandi carnivori e la continuità di pratiche agricole sostenibili. I fatti ci mostrano che in tutti i Paesi
colonizzati dai grandi predatori le pratiche agricole sono in pericolo, e se gli Stati avessero davvero questa
possibilità di derogare alla super-protezione dei lupi allora perché rifiutarne il declassamento negli Allegati?
La super-protezione ha prodotto inevitabilmente un cambiamento nei comportamenti del “canis lupus”,
facendogli perdere il timore degli uomini. Timore che avrebbe preservato un carattere essenzialmente
selvatico e limitato fortemente le predazioni degli animali domestici. Questa assenza di paura ha svolto un
ruolo negativo in merito ai mezzi di protezione la cui efficacia ha una durata relativa, corrispondente ai tempi
di adattamento da parte del lupo.
Uno studio dell’INRAEiii, l’istituto francese di agronomia, rivela che il 90% dei greggi attaccati sull’arco alpino
francese sono dei greggi protetti.
La protezione di mandrie equine e bovine non è possibile, mentre nel caso di greggi ovini e caprini vi sono
delle limitazioni delle predazioni, ma i modelli di protezione imposti non sono sufficienti: i fatti dimostrano
questo cocente fallimento.
Questi mezzi di protezione, dai costi esorbitanti per gli Stati e gli allevatori, causano ulteriori problemi in
merito alla fruizione degli spazi naturali, principalmente per il moltiplicarsi dei cani di protezione.
Le proposte di testare nuovi mezzi di protezione e di finanziare studi sempre più numerosi e sempre più
costosi non sono che uno spreco di soldi e tempo che dura da 30 anni!
I fondi versati al progetto Life per studiare il lupo non hanno permesso di ottenere nessuna risposta e sarebbe
bene se la corte dei conti si chinasse su questo spreco finanziario a beneficio del lupo, il quale non ha bisogno
di alcun aiuto per moltiplicarsi e diffondersi sui territori nazionali.
Le vittime sono ogni anno sempre più numerose e qualsiasi nozioni di benessere animale è dissipata dalle
sofferenze e dalle atrocità legalizzate derivanti dalla super-protezione del lupo.
Occorrerà aspettare che tutti i membri della Commissione siano toccati personalmente per comprendere
tutto ciò, come è avvenuto nel caso della presidente, la signora Von Der Leyen, che ha perso il suo pony ucciso
dai lupi?
Proponendo di bocciare la domanda della Svizzera, il Consiglio dell’Unione Europea si mostra insensibile ai
drammi ormai quotidiani. Il suo argomento principale per questo rifiuto è che il declassamento del lupo non
sia giustificato sul piano scientificoiv, mentre nel suo rapporto di valutazione la LCIE precisa che lo stato di
conservazione del lupo in Europa è innegabilmente positivo. L’argomento del Consiglio è dunque
inammissibile!
Inoltre il rapporto della LCIE del 2022, sul quale il Consiglio è tenuto a basarsi per le proprie posizioni, contiene
dei grafici basati ancora su dati del 2016 mentre la crescita annua del lupo ha raggiunto in alcune regioni
europee anche il 30%!
Numerose petizioni popolari e l’iniziativa stessa degli eurodeputati della commissione dell’agricolturav per il
declassamento sono state ignorate dalla Commissione.
Ancora più grave è che la Commissione continui ad ignorare la risoluzione adottata dai Deputati europeivi il
3 maggio 2018 a larga maggioranza (81.91%) per una revisione dello status di protezione dei predatori. La
Commissione ignora inoltre la risoluzione adottata giovedì 24 novembre 2022 dal Parlamento europeo,
concernente la protezione degli allevamenti.
Ignorando palesemente le realtà del territorio, l’autoritarismo permanente della Commissione europea
rinforza il crescente euroscetticismo.
Per tutti questi motivi siamo costernati dalla decisione presa oggi a Strasburgo in merito alla Convenzione di
Berna di rifiutare la domanda della Svizzera di abbassare il grado di protezione del lupo. Ciò non diminuisce
in alcun modo la nostra determinazione nel chiedere una riduzione del suo status. Né la nostra
consapevolezza che questo cambiamento, quando avverrà, dovrà essere accompagnato da misure concrete
adottate da ogni Stato aventi l’obiettivo di una diminuzione considerevole delle predazioni di animali
domestici.
Nel nome della biodiversità e della salvaguardia dell’ambiente,
Nel nome del futuro dell’allevamento all’aria aperta e delle culture e competenze che ne fanno parte,
Nel nome di quei paesaggi da noi amati, plasmati da millenni di pastorizia,
Nel nome del diritto di chiunque di percorrere le campagne senza timore,
Nel nome del mantenimento di un tessuto socio-economico rurale,
Nel nome del rispetto verso coloro che vivono e soffrono in prima linea a causa dei grandi predatori,
Nel nome del benessere animale e di un’alimentazione di qualità, Noi vi chiediamo, dopo averci
ascolti, di capirci e di reagire.
Il 29 novembre 2022,
Foto di gruppo dei firmatari
i https://lciepub.nina.no/pdf/638036032684557257_LCIE%20CoE%20Wolf%20status%20report%202022.pdf
ii https://www.euractiv.fr/section/agriculture-alimentation/news/la-commission-defend-son-approche-pour-la-protection-
desgrands-carnivores-face-aux-plaintes-des-etats-membres/
iii https://www.inrae.fr/actualites/loup-elevage-bilan-27-ans-coexistence
iv https://www.agra.fr/agra-europe/loups-initiative-en-solitaire-au-parlement-europeen-pour-assouplir-les-regles-de-protection
v https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52022PC0543&from=EN vi https://eur-lex.europa.eu/legal-
content/FR/TXT/PDF/?uri=CELEX:52018IP0203&from=EN