Il lupo attacca l’uomo?

La storia e l’etologia del lupo dicono che in determinati contesti il lupo attacca l’uomo (poi qualche volta consuma la vittima, altre no).
Sia nel caso di Parma che in quello di Torino (Giaveno) un lupo, quello più audace del branco, attacca l’uomo. Si tratta di una chiara escalation di pericolosità del predatore. Essa è preceduta da una serie di episodi (ormai innumerevoli) in cui i lupi prima si limitano a non fuggire in presenza dell’uomo, poi non solo restano fermi ad osservare ma iniziano ad avvicinarsi ulteriormente e a ringhiare e mostrare i denti se l’uomo accenna a una reazione. Questi episodi preludono alle prime aggressioni a vuoto (i pantaloni e le scarpe bucate sono espressione non della non pericolosità intrinseca ma della necessità del lupo di “fare esperienza” sulla preda umana). Dopo ci sono le aggressioni che conducono a ferite leggere, in ultimo le aggressioni con uccisione della vittima umana.

Ci sono ormai tutti i segnali che i lupi si stiano predisponendo, aggiando opportunamente le reazioni e le difese umane, a una presa graduale di possesso del territorio. Quando essa si realizzerà l’uomo non sarà più in sicuro in quanto animale-preda appartenete al lupo, dentro il territorio del lupo. I lupi si “allargano” sino a che l’uomo li lascia fare. Il giorno che si allargheranno ancora entreranno nelle case (come succedeva in passato).

Su sette stadi attraverso i quali si perviene agli attacchi agli umani da parte dei lupi ne abbiamo percorsi già 5-6

Vediamo cosa dicono i veri esperti. Gente come i canadesi dell’Università di Calgary (Alberta) la più “immersa” in una realtà di regioni con importanti presenze di orsi e di lupi. Valerius Geis. Professore emerito di detta università, nel 2007 ha scritto un saggio del titolo: “When do wolves become dangerous to humans” un testo molto istruttivo che, tra l’altro consente di prevedere attraverso il monitoraggio di diversi segnali quando ci si sta avvicinando alla situazione di pericolo. La progressione è la seguente:

Stadio Descrizione  in Italia
1 Le prede all’interno del territorio occupato dai branchi diventano scarse, sia per l’intensa predazione da parte dei lupi che dell’abbandono in massa dell’area da parte delle prede stesse. Alternativamente i lupi frequentano sempre di più le discariche, durante la notte. Superato
2 I lupi in cerca di cibo si avvicinano alle case ma solo di notte. I cani abbaiano. Quelli da difesa delle greggi ingaggiano con i lupi abbaiando continuamente. I lupi ululano anche di giorno. Superato
3 I lupi si fanno vedere anche di giorno e osservano a una certa distanza le persone che sono impegnate nelle loro attività. Si avvicinano alle case anche di giorno. Superato
4 Piccoli animali domestici e d’affezione sono predati vicino alle abitazioni anche durante il giorno. I cani sono vittime preferite e vengono inseguiti sino alle verande delle case. Le persone devono difendere i cani da uno o più lupi ma questi ultimi non si focalizzano sull’uomo ma attaccano gli animali con determinazione anche se cercano di spaventare mostrando i denti e ringhiando l’uomo che difende i cani o si avvicina a una carcassa di un animale ucciso dai lupi. Gli attacchi non sono ancora decisi e spesso le persone riescono a salvare i cani. In questa fase i lupi stanno cercando di stabilire il loro territorio. Superato
5 I lupi iniziano a “saggiare” gli animali di grossa taglia (afferrandoli per la coda, tentando di prenderli ai garretti). Si verificano i primi gravi ferimenti di bovini che devono essere soppressi. Quindi si verificano le prime uccisioni di bovini e cavalli nei pressi delle case e dei ricoveri dove cercavano di rifugiarsi.  I lupi inseguono gli animali e li circondano, sin dentro le verande e iniziano a guardare dalle finestre sin dentro le case. Arrivati (in gran parte)
6 Il lupo dirige la sua attenzione all’uomo inizialmente osservandolo da vicino per diversi minuti. Da questo punto in poi il lupo ha stabilito il suo territorio e l’uomo è diventato una preda. Inizialmente i lupi sono incerti e gli attacchi sono condotti quasi per gioco mordendo e strattonando gli abiti e mordicchiando gli arti e il torso. Si allontanano quando affrontati. Difendono con decisione le prede dall’uomo andandogli incontro abbaiando e ringhiando a distanza di 10 m. Arrivati (in parte)
7 I lupi attaccano l’uomo. Inizialmente l’attacco è maldestro perché il lupo non sa ancora come attaccare la nuova preda. Così spesso le vittime riescono a sfuggire. Quindi gli attacchi vanno a segno e le persone possono essere uccise.

Se questa è la progressione, nella quale in Italia siamo pericolosamente avanzati, essa va compresa e interpretata alla luce delle condizioni che la determinano.

Le probabilità di attacchi all’uomo da parte del lupo sono praticamente nulle quando si verificano le seguenti circostanze:

Circostanza  in Italia
la popolazione lupina è assente o estremamente ridotta NO
il  lupo è oggetto di forte azione venatoria e il suo comportamento diventa estremamente schivo mentre i lupi che si avvicinano ai siti abitati vengono prontamente rimossi NO
vi è abbondanza di prede selvatiche e il lupo non ha possibilità di utilizzare comode fonti di cibo quali discariche, avanzi di cucina, siti di campeggio SI/NO
il lupo ha ampia possibilità di predare animali domestici SI
vi sono scarsi rischi di contrazione della rabbia e di ibridazione con il cane NO
viene perseguita una politica di gestione tale da ridurre i rischi di attacco e si mettono in condizione le persone di riconoscere i segnali di una situazione pericolosa NO
le persone che incontrano il lupo evitano comportamenti che denuncino paura e debolezza ma si mostrano calme e pronte ad affrontare il lupo affrontandolo e non scappando SI/NO


Anche in questo caso c’è da preoccuparsi. Su una scala di potenziale pericolo da 0 a 7 lo score della realtà italiana (nelle zone “calde”) è pari a 5.
Vediamo ora, sempre sulla scorta del prof. Geist come siamo messi in Italia dal punto di vista delle condizioni che predispongono al verificarsi di attacchi da parte dei lupi:

la popolazione lupina è numerosa SI
Il lupo è protetto de iure e de facto SI/NO
vi è una diminuzione dell’abbondanza e della varietà di prede selvatiche* NO
i lupi hanno la possibilità di nutrirsi comodamente di avanzi di cucina, rifiuti di discarica o possono disporre con facilità di prede domestiche (animali di allevamento e da affezione) SI
la popolazione di animali domestici è poco abbondante e poco densa** SI/NO
gli “esperti” sostengono che il lupo è innocuo e illudono la popolazione sull’innocuità del lupo SI
i lupi si avvicinano senza conseguenze alle abitazioni, si avvicinano agli esseri umani che praticano attività ricreative e possono ferire ed uccidere gli animali domestici facendola franca; SI
i lupi non vengono dissuasi dall’attaccare le persone ma vengono solo temporaneamente allontanati e le vittime vengono criticate, accusate di comportamento scorretto mentre il comportamento “anomalo” del lupo viene spiegato con qualche pretesto “scientifico” SI
le persone attaccate dal lupo scappano, guardano altrove, girano la schiena al lupo, mostrano paura, insicurezza, malessere*** NO


* in generale, ma localmente i banchi hanno ridotto le popolazioni di ungulati selvatici
** anche in questo caso vi sono forti diversità locali
*** sinora sono state attaccate persone “selezionate”, (cacciatori, pastori) che operano nel contesto montano e sostanzialmente ben attrezzate a reagire

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